#MePA: Mercato Elettronico della PA, opportunità per 1 mld l'anno per le imprese
Si tratta di un mercato da non perdere, ma le imprese oggi presenti sul MePa sono solo 22 mila, pari ad appena il 3% delle Imprese italiane che operano nelle categorie merceologiche di riferimento. Ecco quali sono le difficoltà.
Dall’estate del 2012 i rapporti fra le Imprese e le Pubbliche Amministrazioni Locali sono profondamente mutati. In quel periodo il Legislatore con i Decreti Legge 52/2012 e 95/2012, noti come Spending Review, ha voluto dare un deciso impulso alla trasparenza ed all’efficienza degli appalti pubblici obbligando tutte le Pubbliche Amministrazioni ad utilizzare il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA) gestito da Consip per gli acquisti fino a € 207.000. Ma l’obbligo è stato giudicato da più parti troppo stringente poiché, come ribadito anche dalla Corte dei Conti, non ammette eccezioni. Le conseguenze in caso di violazioni sono così gravi che gli Enti, pur di usare il Mercato Elettronico e dunque non incorrere nell’illecito disciplinare, responsabilità amministrativa e nullità dei contratti, in alcuni casi arrivano anche ad utilizzarlo in modo non corretto o illegittimo.
L’errore di approccio più frequente è considerare il Mercato Elettronico solo una semplice innovazione per le Pubbliche Amministrazioni, trascurandone l’impatto su tutti gli stakeholders. La realtà è ben più complessa perché non solo l’utilizzo di un Mercato Elettronico è tutt’altro che semplice e automatico come vorrebbero il Regolamento del Codice degli Appalti e i pronunciamenti della Corte dei Conti, ma soprattutto una Impresa che non è presente sul MePA perde, irrimediabilmente, la possibilità di vendere alle Pubbliche Amministrazioni. Le Imprese oggi presenti sul MePA sono 22.000. Queste potrebbero sembrare moltissime per un Ente acquirente, poiché la Legge prevede che sia sufficiente invitarne cinque per indire una gara, ma allargando lo sguardo sull’intero Paese tramite i dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners, risulta che queste sono appena il 3% delle Imprese italiane che operano nelle categorie merceologiche del MePA, con punte massime del 7% e minime del 2%.
La presenza ridotta delle Imprese spiega anche la modesta convenienza economica delle offerte nel catalogo del MePA talvolta lamentata dagli Enti che li obbliga a lanciare gare sul MePA anche per importi economici estremamente modesti con gli immaginabili costi e tempi di processo.
Stakeholders, abbiamo un problema! Un problema di efficienza delle procedure, di convenienza economica per gli Enti, di mercato, di business, di occupazione e di credito per le Imprese che si ribalta su tutta la filiera dell’economia locale e che oggi è stato sottovalutato dai commentatori che, talvolta anche citando numeri inferiori alla realtà, ritenevano comunque numerose le Imprese presenti sul MePA.
Se pensate che sia facile per una Impresa fare affari sul Mercato Elettronico, considerate che stiamo chiedendo non all’ufficio gare di un Impresa ma a un artigiano, un idraulico, un elettricista, un termotecnico, un giardiniere di predisporre un catalogo elettronico conforme a un capitolato tecnico e di partecipare a procedure telematiche di gara.
Se è vero che questo ridotto tasso di partecipazione crea un mercato verde per le poche Imprese che hanno deciso di parteciparvi e che soprattutto sanno come operare, è altrettanto vero che l’opportunità MePA, a quasi due anni dall’entrata in vigore degli obblighi di legge, non è ancora stata colta dalla maggior parte delle Imprese.
Nel frattempo, secondo i dati di Unioncamere, falliscono in Italia 40 imprese al giorno, con un trend in aumento del 22% nel 1Q 2014 rispetto ad un anno prima. E allora c’è uno strumento, il MePA, che potrebbe salvare molte Imprese e che le stesse ancora non apprezzano; uno strumento che oggi già porta alle PMI ben oltre un miliardo di Euro annui di fatturato. Un mercato da non perdere.