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#MePA. Poche imprese sul mercato elettronico della PA. Ecco perché

Il mercato elettronico non sarà mai semplice né automatico come racconta il Legislatore. A ciò aggiungiamo che il tipo di Imprese a cui si rivolge il MePA spesso non ha ancora le competenze per cogliere le opportunità che la normativa riserva loro.

Il Legislatore ha individuato nel Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA) il principale canale di accesso agli acquisti pubblici di valore inferiore a € 207.000, obbligando in modo inequivocabile ogni Ente Pubblico all’utilizzo. Come ribadito da più pareri della Corte dei Conti, l'obbligo non ammette eccezioni neanche se il mercato tradizionale offrisse condizioni economiche migliorative, salvo ricorrere ad altri Mercati Elettronici o agli strumenti telematici delle centrali di acquisto regionali.


Dai dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners emerge che la maggior parte delle Imprese chiede l’abilitazione sulla spinta del grido di allarme “niente MePA, niente appalti” e che solo una ridotta percentuale di Imprese abilitate al MePA lo ha effettivamente inserito nei processi ordinari di vendita.


Le Imprese che utilizzano assiduamente il MePA (33%) sono poco più numerose di quelle poco interessate ad esso (29%). Nel mezzo vi sono le Imprese che lo utilizzano frequentemente (21%) o solo occasionalmente (17%). Il motivo dei risultati della rilevazione è che la maggior parte delle Imprese non ha ancora integrato il MePA nei propri processi di business e lo utilizza in modo reattivo, sospinta dalla necessità evidenziata dagli stessi Enti. Se questo accade nonostante siano ormai trascorsi due anni dall’entrata in vigore dell’obbligo, la causa del fenomeno è profonda e articolata, e deve essere affrontata.


Il mercato elettronico non sarà mai semplice né automatico come sembra raccontare il Legislatore o alcuni pareri della Corte dei Conti. A ciò aggiungiamo che il tipo di Imprese a cui si rivolge il MePA spesso non ha ancora le competenze per cogliere le opportunità che la normativa riserva loro tramite lo strumento e per integrarlo nei propri processi di business.


Se dunque poche Imprese abilitate al MePA lo utilizzano assiduamente e sono poche in assoluto le Imprese abilitate rispetto a quelle attive in Italia nelle stesse categorie merceologiche, la causa è da ricercare anche nelle difficoltà culturali e operative incontrate nell’approccio al MePA, sia in fase di abilitazione, sia in fase di gestione e di marketing.


Un’Impresa che si abilita sul MePA infatti, spesso lo ha fatto perché un Ente di cui è stata fornitrice ne ha manifestato la necessità, ma non ne ha chiaro il funzionamento. Sono numerosissime le Imprese che non sanno quali beni e servizi sia legittimo vendere sul MePA, e dunque quali beni e servizi debbano obbligatoriamente essere acquistati fuori dal MePA. E le Amministrazioni hanno lo stesso problema, sebbene in misura inferiore perché hanno più competenze giuridiche. Ed è sufficiente aprire il catalogo elettronico per vedere, tra milioni di articoli pubblicati, numerosissimi con prezzo pari a zero per essere i primi nei risultati di ricerca, oppure zerbini laddove dovremmo trovare tappetini per mouse, lenzuola invece di arredi per alloggi, merendine al posto del servizio catering, servizi professionali di sviluppo di siti web al posto della registrazione del dominio web, gestione paghe e cedolini al posto della gestione documentale, e così via senza limiti né controllo.


La collocazione di offerte errate o illegittime nel Catalogo da parte di chi è già sul MePA è un fenomeno che miete altre vittime per emulazione, infatti disorienta sia l’Impresa che deve inserire una nuova offerta sia l’Ente che deve riconoscere quali articoli non devono essere acquistati sul MePA. E il complice di questo gigantesco equivoco è l’errata aspettativa che il MePA, le procedure e il catalogo siano controllati da Consip mentre la normativa non lo prevede affatto. E la soluzione al problema non dovrebbe essere l'eliminazione dell'obbligo per le imprese che si abilitano di inserire offerte nel catalogo, perché si rinuncerebbe ad un validissimo strumento in grado di creare efficienza e risparmio, l’unico in grado di distinguere un Mercato Elettronico da un qualunque sistema di acquisto telematico. La soluzione è un sistema controllato, ove anche le offerte inserite nel catalogo siano verificate, in modo da lasciare nella disponibilità delle Pubbliche Amministrazioni un potente strumento rapido di acquisto e permettendo alle imprese di implementare più semplicemente e con minori rischi la propria strategia commerciale.


Nel settore privato si fa così, ma nel pubblico nessuno ci ha pensato, a iniziare dal Legislatore.

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