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RdO sul MePA: Che cosa scelgono gli Enti Pubblici e perchè

Secondo i dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners, il 94% delle RdO lanciate nel mese di febbraio è stato aggiudicato al prezzo più basso.

Come noto, il Mercato della Pubblica Amministrazione mette a disposizione degli Enti due diversi strumenti di acquisto per il soddisfacimento delle proprie esigenze d’acquisto: l’Ordine Diretto di Acquisto (OdA) e la Richiesta di Offerta (RdO). Mentre l’OdA è, o per lo meno dovrebbe essere, uno strumento agile e immediato da utilizzare nel caso in cui si individui nel Catalogo esattamente il bene/servizio del quale si ha bisogno e si giudichi congruo il relativo prezzo, la Richiesta di Offerta mira a garantire flessibilità e possibilità di personalizzazione. Di conseguenza si ricorre alla RdO in caso di assenza nel catalogo dell’articolo necessario, nel caso di necessità di personalizzazione di un articolo presente a catalogo o, semplicemente, per negoziare le condizioni economiche di articoli il cui prezzo non si ritiene congruo.


Tale flessibilità si “paga” ovviamente con uno strumento meno agile in quanto richiede l’inserimento di una serie di informazioni e l’adozione di alcune scelte che gli Enti sono abituati a fare nel momento in cui bandiscono una gara, quale poi l’RdO è. La scelta più complessa, spesso, riguarda il criterio di aggiudicazione della RdO, che ci impone di scegliere fra un’aggiudicazione al prezzo più basso ed un’aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.



Secondo i dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners, il 94% delle RdO è stato aggiudicato al prezzo più basso, tuttavia ben un quinto del valore economico complessivamente messo a gara tramite RdO è concentrato proprio nel restante 6% delle gare, aggiudicate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (valutazione del merito tecnico e del merito economico).


L’indicazione, di per sé, è già abbastanza chiara: una RdO aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa è più dispendiosa in termini di tempo di preparazione, quindi raramente vi si ricorre in caso di limitati valori complessivi dell’appalto.




Sono Università e Regioni gli Enti che maggiormente hanno preferito (raggiungendo rispettivamente il 42% e il 37% del valore economico complessivo delle proprie gare bandite) lanciare RdO sulla base di prezzo e qualità. Gli Enti che invece hanno maggiormente scelto l’aggiudicazione al prezzo più basso sono i Comuni, seguiti da Ministeri e Province.


Contrariamente al pensiero comune, la pubblicazione di una RdO aggiudicata al prezzo più basso non è necessariamente indice di scarsa attenzione alla qualità, anzi; se la documentazione di gara è scritta molto bene, ossia prescrive esattamente e senza ambiguità le esigenze della Stazione Appaltante, una RdO al prezzo più basso rappresenta indubbiamente il tipo di gara più rapido e con minore discrezionalità, una procedura molto apprezzata dalla Corte dei Conti.

È quindi molto importante, in questo tipo di gare, che i requisiti siano definiti in modo prescrittivo e questo si può ottenere scrivendo nelle schede tecniche i requisiti seguiti dalla dicitura “o superiore” e scegliendo “valore unico ammesso” come “regola di ammissione”, oppure allegando un capitolato tecnico esente da ambiguità.


Per le Imprese, d’altro canto, partecipare a RdO aggiudicate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa implica la necessità di un’attenta lettura delle schede tecniche di prodotto o, più frequentemente, dei documenti che la stazione appaltante allega che contengono non solo le specifiche dei prodotti/servizi da offrire (come nelle RdO al prezzo più basso) ma, soprattutto, i criteri che saranno utilizzati per attribuire un maggior punteggio tecnico e, di conseguenza, aumentare le possibilità di aggiudicazione.



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